Ci saranno le primarie per i parlamentari. C’è la data, chi può votare, e un vero e proprio regolamento stilato dalla direzione nazionale.
Le primarie, quindi, si affermano come strumento in mano ai cittadini per scegliere il loro candidato, che sia al Parlamento, alla Regione o al Comune. Mi sembra che il Pd, finalmente, stia compiendo i passi giusti, quelli che soltanto un partito forte, compatto e capace di guidare il Paese può fare.
E’ con grande soddisfazione, pertanto, che accolgo la conferma della notizia delle primarie per i parlamentari e, ancora una volta, ribadisco che questa deve essere la strada che ogni persona che vuole ricoprire un ruolo di rappresentanza nel centrosinistra deve percorrere.
Dalla sfida per la leadership fra Bersani e Renzi è uscito un Partito Democratico che guarda avanti, che chiede alle persone di contribuire alla costruzione di un progetto, che vuole mettersi in gioco per conquistare traguardi sempre più importanti.
Credo fermamente nel progetto del Pd e nelle sue potenzialità, nella sua capacità di realizzare politiche nell’interesse generale, dove valori come equità e merito abbiano il giusto spazio.
Proprio perché mi riconosco nel Partito Democratico e credo nelle sue capacità, mi piacerebbe che facesse anche l’ultimo passo, ovvero quello verso un’apertura, vera, nei confronti dei cittadini.
Le primarie indette per i parlamentari non consentono la registrazione il giorno del voto. Per partecipare occorre essere iscritto al partito oppure essere presente nell’albo degli elettori redatto il 25 novembre scorso.
Questa decisione di aprire e chiudere allo stesso tempo stona un po’ con il sogno di partito a cui anelo. Vorrei – e sono certo che ci arriveremo – un Partito Democratico senza paure, senza freni, con la sola voglia di attuare il cambiamento e di trasformare la partecipazione in pratica costante.
La scelta dei rappresentanti del Pd in Parlamento spetta a tutti i cittadini, a prescindere dalla tessera o dalla registrazione alle primarie per la leadership nazionale.
Più si ottiene legittimazione dal territorio, più un politico sa che sta svolgendo bene il suo compito. Se si risponde a logiche di partito, a correnti o alla cerchia degli amici invece che ai cittadini, beh, non si sta facendo buona politica. E ora, più che mai, c’è bisogno della buona politica, quella che appartiene a tutti.
Avrei preferito un’altra scelta, in grado di dimostrare che il cambiamento non è una parola vuota ma una priorità da concretizzare. A cominciare proprio da coloro che comporranno il prossimo Parlamento.
Se invece guardiamo quello che accade nel territorio della Piana di Lucca e della Valle del Serchio, capiamo che le dinamiche non cambiano, come le persone. Nella “terra di Renzi”, dove la parola “rottamazione” dovrebbe essere quasi un assioma, si torna a scegliere fra i soliti volti noti. Certo, il voto uomo-donna potrebbe riservarci delle novità, potrebbe spingere i politici navigati a mettere in campo candidature fresche e nuove davvero (ben vengano), ma la sfida, non appena si saprà quanti posti spettano al nostro territorio potrebbe, in realtà, stringersi nuovamente sui soliti noti.
Come dire, tutto cambia, tutto resta uguale. Non è una critica a chi da tempo lavora in Parlamento, assolutamente. Persone capaci, meritevoli e preparate.
La questione è un’altra, è la visione politica che ci sta dietro. Sembra una visione legata alle persone, in realtà la politica dovrebbe essere legata ai progetti, alle ambizioni e ai sogni dei cittadini e dei territori. Siamo nell’epoca in cui il protagonismo del singolo si vede quando inizia e non si capisce quando finisce. La gente non ne può più, ed ha tremendamente ragione.
Credo che le persone, oggi, ci chiedono altro. E il voto delle primarie per la leadership ne è stata testimonianza concreta.
Ritengo, invece, un’operazione legittima la creazione di un listino, qualora sia composto da persone autorevoli della società civile. Non condivido che sia utilizzato dall’apparato del partito, perché in politica, per definizione, ci si confronta.
I cittadini vorrebbero una classe dirigente nuova o comunque seriamente rinnovata. Per questo dico ancora una volta, senza esitazioni, primarie sempre e primarie aperte a tutti.
Mi piace pensare che il Partito Democratico possa essere la casa di ogni persona che vuole partecipare, che desidera dare un contributo, che ha il coraggio di mettersi in gioco.
Mi piace pensare che il Partito Democratico sia aperto e democratico, ovunque e comunque.